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La luna e oltre mostra di Elizabeth Ruchti

Inaugurata sabato 20 maggio la mostra “La luna e oltre”, che propone una quarantina di opere, tra assemblaggi a tecnica mista e fotografie, di Elizabeth Ruchti, artista che vive tra Milano, la Grecia e Trieste, sua città. Nata a San Paolo del Brasile, nelle sue vene scorre sangue svizzero, russo, brasiliano e gaucho. Diciassettenne, si trasferisce per motivi di studio a Roma, dove si laurea in antropologia culturale e da quel momento vive e opera nel capoluogo lombardo, dove ha sempre coltivato la passione per l’arte, formandosi all’Accademia di Belle Arti di San Luca e partecipando a mostre personali e collettive. 

Elizabeth – scrive Accerboni – si affida ai parametri dell’arte povera, sfiora a volte il concettuale, si abbandona a un mondo in cui risuonano ancora i riti e i simboli della tradizione popolare, il canto delle sirene bambine, le predizioni ancestrali scandite sulla sabbia, le fiabe con i loro misteri. E, mentre in modo e attraverso un ritmo e suggestioni quasi animistiche, interpreta i segreti della natura e i loro riflessi sulla vita e sulla crescita interiore e fisica dell’uomo, accade che si palesa la via d’uscita imprevista, legata ancora una volta alla capacità dell’artista di captare le forze sottili, silenziose e potenti che governano l’universo nella sua apparenza e nella sua sostanza e i suoi ritmi segreti”.
E allora Elizabeth abbandona – forse solo momentaneamente – l’arte del riciclo attraverso cui ha sommessamente ed elegantemente denunciato la violazione della natura attuata dall’uomo attraverso l’uso smodato e incoerente di plastiche colorate e trasparenti, di corde che simulano l’aggressione della nafta, dei petroli e degli additivi inquinanti i mari e la terra, per inseguire un sogno altro, fatto di lune argentee, la cui composizione realizza attraverso il riciclo di materiali semplici, di uso comune e quotidiano, che lei sa adoperare poeticamente e abilmente, discostandosi dall’onda d’urto avviata da Duchamp per stupire il mondo quasi un secolo fa. E ci consegna così le sue variazioni sulla Luna, luogo di futura e algida salvezza, o su Marte infuocato, dove l’uomo sta già progettando di fuggire, presentendo la fine della Terra e della sua “civiltà”. E nasce così il ciclo di opere presenti in questa mostra, che rappresentano la poetica via d’uscita al dramma.
“In tale contesto Ruchti, a differenza di molti dei numerosi artisti che si sono dedicati nel corso del tempo al tema del riciclo e agli astri, – conclude la curatrice – sa usare istintivamente, nel declinare la denuncia ai danni della Terra, un’espressione misurata nei rapporti formali tra volumi e cromatismi, riuscendo a donare alle proprie composizioni un’eleganza minimale che le rende, pur nella drammaticità del messaggio, gradevoli e coinvolgenti e perciò ancor più efficaci”.
Un ritmo sobrio ma intenso che risuona anche nei suoi scatti fotografici, in cui coglie le intrusioni che feriscono il paesaggio e l’uomo con la naturalezza e il silenzioso disappunto di una cronista attonita e gentile.

Organizzata da AIDIA Trieste e ideata da Anita Cendon con il coordinamento di Lucia Krasovec-Lucas e la linea grafica di Riccardo Moro, l’esposizione sarà introdotta dalla curatrice Marianna Accerboni.
Seguirà un vin d’honneur.
 
DOVE: Mercato Coperto · Via Carducci 36, 1° piano · 34123 Trieste
QUANDO: 20 maggio – 10 giugno 2023
ORARIO: da lunedì a sabato ore 11-14/ domenica chiuso
           
A CURA DI: Marianna Accerboni
INFO: [email protected]

Via Giosuè Carducci, 36, 34125 Trieste TS, Italia

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