Home Arte Serena Zors. Oltre il cielo, l’infinito

Serena Zors. Oltre il cielo, l’infinito

Trasparenze 2, 2018 - olio su tela - cm 50x70.Si è inaugurata il 13 aprile a Trieste la rassegna dedicata all’artista [glossary id=’7563′ slug=’serena-zors’ /], dal titolo “Serena Zors. Oltre il cielo, l’infinito”. La mostra, realizzata con il contributo del Comune di Trieste e ideata e curata dall’architetto Marianna Accerboni, si propone di testimoniare in modo esaustivo – attraverso una ottantina tra dipinti a olio e ad acrilico, fascinosi oggetti realizzati in modo del tutto originale con la tecnica Tiffany e piccole sculture in steatite – il mondo fantastico di quest’artista speciale che dipinge da sempre, e la sua ricerca condotta dagli anni Ottanta a oggi tra Trieste, dove ha lasciato il cuore, e Monaco di Baviera dove vive e opera da decenni.
Qui ha assorbito il significativo clima artistico-culturale di una città che, fin dalla seconda metà dell’Ottocento, è stata una viva e antesignana capitale dell’arte europea, che ha influenzato il linguaggio e la creatività di molti artisti triestini.

Scrive Marianna Accerboni a proposito dell’arte della Zors: Una libertà compositiva che sovverte le regole dinamiche e statiche e gli equilibri di gravità dell’universo, coerentemente con un costante anelito verso un libero divenire della vita: il fantastico supera e sovverte il reale nel mondo magico della pittrice, poliedrico intelletto creativo, capace di dominare la linea sulla carta e di trasporla efficacemente nella terza dimensione. Arte che l’autrice realizza con grazia ed equilibrio armonico – reso talvolta dissonante per aumentarne l’efficacia – di cui fa uso sia sul piano cromatico che nella composizione di pieni e vuoti, luci e ombre, bianco e nero, fragore di note di colore e silenzio. Gioia di vivere e pioggia, vento e calma atarassica, fiaba e gioco connotano i suoi disegni divenuti dipinti, i cui parametri ritroviamo spesso in alcuni esempi di edifici realizzati da grandi firme dell’architettura contemporanea d’avanguardia.
Una strada in salita verso l’Arte, quella della pittrice triestina, iniziata fin da bambina con il disegno e la pittura, realizzando ritratti, nudi e paesaggi. E proseguita con l’apprendimento e l’”immersione” negli anni ottanta in seno a una tecnica artistico-artigianale di grande pregio, quella dei vetri Tiffany, imparata e realizzata in modo del tutto originale e personale con amore, scrupolosamente, intrecciandola spesso a inserti di specchio che moltiplicano il fascino cromatico e compositivo di queste elitarie creazioni. Una tecnica che però a un certo punto mette a repentaglio la salute e perciò devi rassegnarti ad abbandonarla. 
Tuttavia l’esigenza di raccontare il proprio mondo interiore confrontandolo con il reale, così diverso, permane nell’artista, ma il confronto tra questi universi è talmente forte che l’unica via d’uscita è il sogno. Dalla fuga dalla realtà, nasce un mondo surreale, simbolico, fatato, felice, sintetizzato nel bianco e nero o enfatizzato da colori brillanti, vivaci, cristallini, che narrano senza esitazioni e in modo del tutto personale la festa della vita e il pensiero fantastico con una padronanza inconscia e inconsueta del sogno e del desiderio.
In tal senso le prove su carta, realizzate ad acrilico e a tecnica mista (acrilico e collage e gli oli del periodo più recente), esprimono tutta l’audacia e la vitale curiosità di questa bella donna e il suo rapporto con il segno, attraverso il quale Serena riscopre anche le suggestioni dell’infanzia e ci fa partecipi dei misteri della mente, componendo, dalla fine degli anni ottanta anche attraverso la scultura, un’originale e fantastica riflessione su ciò che ci circonda. 
Un’artista dunque semplice e complessa al tempo stesso: semplice per i temi trattati, giocosi, simbolici, colorati, allegri, ma complessa per l’universo molteplice e simbolico che sottende le sue articolate e vivaci composizioni, che nella scultura sembrano invece trovare un momento di pace e di riflessione.
Da un canto compare un entusiasmo istintivo e vitale, a volte quasi infantile, verso il mondo e i suoi segreti, dall’altro l’intuizione quasi fatale di una donna che dell’esistenza sa cogliere, interpretare e descrivere l’elemento irrazionale e magico, rifugiandosi nel sogno e in un mondo irreale e fatato per fuggire il male e per esprimere il proprio bisogno di libertà; ma anche per donare al fruitore un attimo di magica bellezza, di divertissement e di onirica speranza, distraendolo da un universo tecnologico e spesso intriso di solitudine.  

Biografia di Serena Zors


Serena Zors. Oltre il cielo, l’infinito

DOVE: Sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi · Piazza Piccola, 2 · Trieste
QUANDO: 14 aprile · 7 maggio 2019
ORARIO: tutti i giorni 10.00 · 13.00 / 17.00 · 20.00 
A CURA DI: Marianna Accerboni
CATALOGO: si

Appuntamenti collaterali: 

Nell’ambito della rassegna avranno luogo a Palazzo Costanzi alcuni appuntamenti collaterali curati da Marianna Accerboni: martedì 23 aprile alle ore 19 ci sarà una visita guidata, domenica 28 aprile e 5 maggio alle 11 avranno luogo una visita guidata e un laboratorio di disegno e pittura rivolti, in particolare, ai giovanissimi. La curatrice è disponibile a condurre visite guidate anche in altri orari e giornate (info e prenotazioni +39 335 6750946).

Piazza Piccola 2, Trieste, Friuli Venezia Giulia, Italia

Related Images:

Carica altri articoli
Caricato altro in Arte
Commenti chiusi

Controlla anche

Paride e la farfalla

Dall’autrice de Il paese di quel che non c’è più, un’opera intima e ugualmente universale …