Gianni Borta, nell’ambito della sua personale “I fior di loto nel delta del Mekong” allestita alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste (Piazza Vecchia, 6), presenta alle 18 – a cura dell’arch. Marianna Accerboni – i video libri editi da Campanotto e contenenti i diari dei suoi viaggi in India, Giordania e Sud Africa con disegni, fotografie, quadri e filmati inseriti nei DVD che accompagnano le pubblicazioni: in mostra è infatti esposta più di una ventina di opere recenti tra oli e tecniche miste del 2012 ispirate al recente viaggio compiuto dall’artista nel Vietnam alla ricerca della vita e della luce. Protagonista è il fior di loto, fiore nazionale di quel paese, che rinasce oggi sui campi che furono martoriati dalla guerra e dalle bombe al napalm. Borta ne raccoglie il messaggio ed ecco che questo fiore diventa il simbolo della rinascita.
In precedenza il pittore aveva compiuto dei viaggi in altri paesi esotici, dipingendone i fiori simbolo, come per esempio le peonie in Cina, il fior di loto in India, l’iris nero in Giordania, la protea o Fiore del fuoco in Sud Africa, il padouk in Birmania, che racchiudono l’anima e la poesia di tali paesi.
Borta – scrive Marianna Accerboni – dipinge en plein air come gli Impressionisti, ma con la verve del migliore espressionismo. Con la differenza che, se questa tendenza nasceva nel Nord Europa quale momento introspettivo e movimento liberatorio dell’angoscia, in questo pittore l’immediatezza del gesto e la vivacità del colore, che in lui da sempre si esplicita con un fascino del tutto fauve, sono forieri di una vitalità, di una bellezza e di un ottimismo, che ce lo fanno amare sempre di più. All’impeto dei Fauves, che accostavano, anche con sottile valenza simbolica, colori puri, dai quali scaturiva la luce, Borta, partito dalla narrazione dei temi agresti del Neorealismo friulano, tratti da una campagna intensamente amata, unisce infatti un trasporto gioioso e poetico che sfiora l’Informale, tendenza cui si era accostato nel corso di un viaggio negli Stati Uniti durante gli anni Settanta, senza tuttavia staccarsi completamente dalla realtà, sì da essere considerato autore oggi di un nuovo realismo.
Gianni Borta è nato e vive a Udine, lavora nella città natale e a Milano. Bambino prodigio, ha iniziato a esporre nel 1961, ispirandosi ai temi neorealisti del mondo contadino friulano. Oggi è considerato uno dei più significativi artisti italiani della generazione di mezzo: ha al suo attivo 850 mostre e 165 personali allestite nelle principali città italiane e all’estero e 250 riconoscimenti, tra premi nazionali e internazionali, conseguiti in 50 anni di pittura.
E’ presente alle più importanti rassegne artistiche, dalla Quadriennale di Roma alla Biennale Internazionale della grafica di Lubiana e di Sapporo (Giappone), dall’Arte Fiera di Bologna all’Artexpo di New York, alla Kunstmesse di Basilea e alla Triennale Europea dell’Incisione di Villa Manin. Numerose sue opere si trovano in edifici pubblici: mosaici realizzati per scuole, ospedali, impianti sportivi e edifici giudiziari, case circondariali e monumenti. Ha partecipato spesso a laboratori di ricerca internazionali e, quale relatore, a convegni culturali. Notevole è la sua attività anche come incisore, grafico e illustratore di libri, manifesti e riviste.
Ha esposto recentemente a S. Pietroburgo e al Dan Huang Art Museum di Pechino. La sua attività è documentata all’Archivio Storico della Biennale di Venezia e all’archivio per l’Arte Italiana del ‘900 a Firenze. Le sue quotazioni sono presenti su Artprice, leader mondiale dell’informazione. Per la sua intensa attività artistica, i temi trattati e l’originale verve pittorica, inizia a essere considerato un caposcuola.
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DOVE: Galleria Rettori Tribbio 2 · Piazza Vecchia, 6 · Trieste
QUANDO: 28 marzo 2013
ORARIO: ore 18.00
A CURA DI: Marianna Accerboni