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Novecento. Tensioni e figura

Giorgio de Chirico, 1950. L'addio dell'amico che parte all'amico che resta - olio su telaNovecento. Tensioni e figura celebra, ad Arezzo, la pittura dei Maestri figurativi italiani. La mostra, dalla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea – a cura di Fabio Migliorati, 04 marzo / 01 maggio, con vernice domenicale, il giorno 04 alle 17.30 – costituisce la prima tappa di un’operazione culturale che parte dall’estetica e giunge alla musica, passando per filosofia, letteratura, teatro. Al timone, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Arezzo, che si sta adoperando per trasformare la città in una fucina di idee e creatività, di cui l’esposizione rappresenta l’esordio, dalla sede più prestigiosa del territorio – adesso rinnovata e pronta, appunto, per un percorso di eventi interdisciplinari che intendono condurre la cittadinanza ad altri modi di guardare l’arte, di stare di fronte a un’opera, di viverla. Potrebbe dirsi "didattica informale": verso il progresso generalizzato, aperto a considerare il pubblico in maniera ricettiva e attiva. Novecento. Tensioni e figura sarà inaugurata alla presenza del Sindaco di Arezzo, Giuseppe Fanfani; dell’Assessore alla Cultura e Spettacolo, Pasquale Giuseppe Macrì; dell’Assessore alla Cultura di Bagno a Ripoli (Firenze), Alessandro Calvelli; di Roberto Casamonti, Tornabuoni Arte; di Francesco Falsini, presidente di ATAM S.p.A.; di Fabio Migliorati, critico d’arte e curator.
Con il sostegno di ATAM S.p.A. e la collaborazione di Tornabuoni Arte, infatti, l’esposizione si muove nell’ambito della prima figurazione italiana del secolo XX: evocativa e volutamente non scientifica. Oltre trenta artisti, per quasi quaranta opere, a rivestire i due piani dell’edificio, ora bell’esempio di white box contaminato. Da Giacomo Balla a Renato Guttuso. E in mezzo Umberto Boccioni, Massimo Campigli, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Alberto Savinio, Mario Sironi, Ardengo Soffici… e altri. I capolavori? Giacomo Balla (Luce nella luce, 1928), Giorgio de Chirico (Cavallo e cavaliere, 1929; L’addio dell’amico che parte all’amico che resta, 1950), Giorgio Morandi (Natura morta, 1930), Alberto Savinio (La famille, 1930), poi una maternità di Sironi, un paesaggio di Soffici, Viani del 1918, infine Afro e Magnelli figurativi…

Scrive Migliorati in catalogo (96 pp, edizioni Forma): «Ecco un’espressività nuova: nucleo di essere e descrivere, vivo fra figurazione e astrazione, che può e sa venire incontro all’esigenza individuale di comunicare l’intimità emozionata. Da questo slancio filosofico, che esalta la scienza quale attività caotica utile a una definizione imprevedibile di cultura, emerge il valore dinamico della conoscenza e perfino dell’esoterismo e dello spiritualismo, o comunque di di quel sapere che è parallelo con la tradizione; è alternativa, reciprocità o simultaneità o complementarietà; è scelta inesplorata perché inesplorabile fino in fondo. Nel solco freudiano della Ragione nascosta, fra Giovanni Papini e Ardengo Soffici, s’incontra la pittura a scoppio, l’unità scenica teatrale, l’evento a sorpresa, la parola letteraria in libertà, perché l’io pensi se stesso e consenta di trovare addirittura più identità che convivono in noi. Le Tensioni sono quelle del primo Novecento: una specie di stadio sempre precedente o successivo e mai centrale, definitorio, scientifico; si tratta di un’espressività in qualche maniera pacata, sazia, che si declina in placido messaggio di bellezza non ancora o non più fulcro di Movimento e Gruppo. Non, quindi, l’estetica declamata nel pieno del suo farsi, ma laterale, fiancheggiante, che è senza rincorrere quel che sarà o che è stata. Le tensioni si avvertono intorno alla figura umana, adesso protagonista di un ambito decisivo, che non si organizza nell’espressività astratta, ma si oggettiva nel sentire di una conoscenza sempre più o meno riconoscibile. L’esposizione muove da pratiche pre-futuriste e paesistiche, entro confini metafisici e plastici, mirando fra Il gruppo dei sette e Il gruppo degli otto, per ripartire da Corrente, a distanza da intuizioni pre-surrealiste per nulla smentite dai blu angelici di Osvaldo Licini. […] Novecento. Tensioni e figura è un magico contributo all’arte della figura, ormai in stile storico, nel tentativo di manifestare l’esercizio del sentire italiano. Fra Valori Plastici e Strapaese, prima e dopo Metafisica e Corrente, lontano da voler né poter considerare una realizzazione compiuta di Novecento (1922, Milano, Galleria Pesaro), si è saputo decidere per l’esempio di climi, istanze, modi della figurazione in Italia, secondo gli artisti fondamentali del XX secolo, benché alla larga da quel terso storicismo che rilega, come obbligo silente, il rischio dell’improbabile soddisfazione esaustiva. Criterio espositivo e logica del secolo, così, dovrebbero aver mosso insieme».

La mostra raggiungerà in settembre Bagno a Ripoli, Firenze, esempio dell’aretinità pittorica trecentesca per l’Oratorio di Santa Caterina, affrescato da artista aretino su incarico di committente aretino (quel Benedetto Alberti, il quale, nella seconda metà del XIV secolo, sceglie dal testamento Spinello di Luca Spinelli).


Novecento
Tensioni e figura
a cura di Fabio Migliorati

AREZZO
Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
Piazza San Francesco, 4
07 marzo – 01 maggio 2012
dal mercoledì alla domenica e festivi
11.00 / 13.00 − 16.00 / 19.00

opening:
domenica 04 marzo, ore 17.30

INFO
Ufficio Cultura, Comune di Arezzo
0575-377508 / 0575-377852
[email protected]t

comunicato di Fabio Migliorati

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