Dal 10 novembre al 10 dicembre 2011 The Don Gallery ospita sui white walls del suo spazio di via Cola Montano, 2501 uno dei pionieri dell’urban art italiana, con Veicolo Adamantino, una mostra che trae ispirazione dal Buddhismo tibetano Ghelupa. A dare il titolo alla mostra è il Vajraiana, il Veicolo Adamantino, una pratica Buddhista Mahayana che dona all’uomo saggezza, padronanza fisica e psichica e la liberazione dal dolore, una liberazione che si raggiunge solo tramite l’illuminazione, stato di coscienza oltre la vita e la morte, già presente in noi stessi sepolto, ma con cui bisogna ritornare in contatto.
Nei lavori presentati in mostra l’artista omaggia questa filosofia orientale, che da sempre lo accompagna. Colori cangianti a base alcolica, opere di grandi dimensioni e una pittura fortemente espressiva e gestuale riportano negli spazi della galleria tutta l’energia e l’intensità di Vajrapani, una divinità Buddhista caratterizzata da continuo movimento, tensione e potenza, forte di un’energia che assoggetta i demoni interiori.
Ed è proprio Vajrapani che è presente, seppure celato tra le opere in mostra.
Presente ma apparentemente invisibile, individuabile solo grazie a uno sguardo concentrato e attento, uno sguardo intenso, lucido, rapido, mai affrettato, proprio come Vajrapani.
Ritrovare un tempo per l’osservazione, lasciandole un margine sufficientemente ampio perchè si trasformi in contemplazione, permette di rientrare in contatto con sé stessi. In questo senso i lavori dell’artista diventano un vero e proprio attivatore della creatività dello spettatore: le opere si fanno vive, le macchie di colore assumono forme e significati nuovi, cambiando a seconda della percezione di chi le guarda.
Un’interiorità evolutasi negli anni vissuti in un ambiente Buddhista, arricchitasi sui banchi della Bauhaus di Weimar in Germania, resa vibrante dagli anni di writing trascorsi nei depositi dei treni di Milano e dall’energia solare San Paolo del Brasile, dove ha dipinto con gli esponenti di spicco della street art brasiliana. Questa è la peculiarità sfaccettata di 2501, che fonde una ricerca filosofico-intimista con l’attitudine diretta e incisiva che caratterizza l’attività artistica in strada.
Questi due aspetti integrati nella ricerca dell’artista contribuiscono alla costruzione di un particolarissimo rituale del dipingere, un momento in cui l’impeto della gestualità tipico dell’azione nel public space incontra la meditativa pratica filosofica Buddhista. Dipingere allora diventa un vero e proprio rito di passaggio, una porta concettuale per avere accesso al proprio mondo interiore fatto di energia e quiete, di spazi mentali. Spazi ricolmi di energia giocosa e solare, come quella emanata dalle sue opere annegate nel colore. Spazi permeati dal silenzio meditativo, espresso nelle carte in cui 2501 con il pennello ha tracciato delicati intarsi di china.
Entrambi i supporti su cui l’artista lavora sono il risultato di un processo di ricontestualizzazione della tradizione delle tangke tibetane – composizioni pittoriche realizzate su lino bardato di seta e parte del background di 2501, che comprende la filosofia Buddhista tibetana e le sue pratiche. Ed è proprio questo bagaglio culturale che ha fatto si che l’atto del dipingere per l’artista divenisse mezzo di riflessione e introspezione, tramutandosi in rituale.
In mostra da The Don Gallery 2501 presenta un’enorme opera aperta costituita ad oggi da oltre cento disegni, ma in continuo ampliamento, un che rientra in Italia dopo esser stata presentato alla Black Book Gallery di Denver negli Stati Uniti, un trittico di acetati di grandi dimensioni, una serie di chine stese con pennino su carta, un’installazione site specific per lo spazio di Matteo Donini e un video realizzato in collaborazione con Alice Schillaci.
THE DON GALLERY
Veicolo Adamantino è solo la più recente di una lunga serie di mostre che portano alla The Don Gallery di Matteo Donini alcuni dei nomi di spicco del panorama Urban, Graffitista, LowBrow e Pop Surrealista dell’arte contemporanea. Da artisti chiave come Ron English e Doze Green, al padre della calligrafia Chaz Bojorquez e al suo pupillo Retna, ai francesi AlexOne, Wk Interact e Space Invader.
Dopo anni di appassionato collezionismo e ricerca, nati dall’amicizia con gli artisti Bo130 e Microbo, Matteo Donini apre il suo spazio nel marzo 2008 con l’intento di fare luce sugli oltre trent’anni di una prolifica subcultura nata dalla volontà di lasciare un segno della propria presenza, scrivendo il proprio nome sul muro con uno spray.
Una traccia cominciata negli anni Settanta…e oggi più viva che mai.
THE DON GALLERY
presenta
2501
VEICOLO ADAMANTINO
9 novembre-9 dicembre 2011
The Don Gallery, Via Cola Montano 15, Milano, www.thedongallery.com
Titolo della mostra: Veicolo Adamantino, personale di 2501
Mail: [email protected], Telefono: 02.22220128
Durata mostra: dal 9 novembre al 10 dicembre
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 14.00 alle 19.00. Sabato su appuntamento
2501 | BIOGRAFIA
www.2501.org.uk
www.flickr.com/never2501
2501
(Milano, 1981)
Vive e lavora tra Milano, Berlino e San Paolo del Brasile.
L’esordio è come writer sui treni e sui muri della sua Milano a 14 anni. Da quel momento l’artista non ha mai smesso di dipingere.
Parte della sua formazione un diploma in Montaggio alla Civica Scuola di Cinema del capoluogo lombardo e un master di Visual Communication alla nuova Bauhaus di Weimar in Germania.
Grazie a Studio Bici parteciperà come aiuto montatore alla realizzazione di Racconti di guerra di Mario Amurra, film vincitore del David di Donatello nel 2005 e selezionato al Festival del Cinema di Berlino.
A 20 anni l’artista si trasferisce per un anno a San Paolo del Brasile, dove lavora come graphic designer e collabora con alcune Ong insegnando a dipingere ai bambini delle favelas.
L’incontro con i maggiori esponenti della scuola di graffitismo Sud Americana, tra cui Os Gemeos, Herbert Baglione, Highraff e Zezaõ, sarà fondamentale nel dare una nuova direzione alla tecnica pittorica dell’artista.
Oltre alle mostre e agli interventi murali realizzati in tutto il mondo, l’artista è presente anche in alcune pubblicazioni chiave della bibliografia internazionale dedicata alla street art, dal celebre Street Logos di Tristan Manco, in cui compare con l’alias Robot Inc, a The Art of Rebellion 2 di Christian Hundertmark.
Lasciatosi alle spalle il progetto Robot Inc, l’artista avvia una nuova fase del suo percorso con 2501, portando avanti una ricerca che integra graffiti, pittura su tela, acetato, scultura e video. E sarà proprio un suo video, Mask, ad essere proiettato in Time Square a New York in occasione della vincita del Metropolis Art Prize 2009, presieduto da un giuria costituita da Isabella Rossellini, Cedar Lewisohn curatore della mostra Street Art realizzata alla Tate Modern di Londra nel 2008, Lee Wells curatore di Multi-Channel Video Installation, inaugurato allo State Hermitage Museum di San Pietroburgo in Russia nel 2008 e da Howard Halle editor di Time out New York.
2501 è tra i pionieri della street art tricolore ed ha partecipato alle prime mostre del genere nella penisola, da Urban Edge ad Arte Impropria, che hanno portato in Italia alcuni degli esponenti di spicco di questa corrente artistica internazionale.
2501 | MANIFESTO
2501 non è un entità fisica.
2501 è lo spirito nel guscio.
2501 interpreta l’ambiente circostante.
2501 si trasforma nel tempo senza limiti stilistici o di media.
2501 si nutre dell’ambiente circostante proponendo nuove e sommerse chiavi di lettura.
2501 sa che per vedere l’alba non c’è altra strada che la notte.
2501 non può seguire nessun percorso già tracciato.
2501 non crede nell’ambiente artistico tradizionale e nella sua organizzazione in caste.
2501 è espressione di interscambio tra artisti.
2501 sceglie l’ambiente urbano come luogo privilegiato di interscambio artistico.
2501 sceglie l’ambiente urbano come luogo per esporsi.
2501 sa che il più grande lusso è disporre del proprio tempo senza limitazioni.
2501 pensa che chi è padrone del proprio tempo – e quindi privilegiato – si debba battere per chi non lo è.
2501 pensa che l’arte debba offrire una visione critica della società in modo non didascalico ma ludico.
2501 pensa che poter fare arte nella vita sia un lusso.
2501 | SOLO SHOWS
2010
Painkiller, Tag gallery, San Paolo, Brasile
Doubletrouble, doppia personale con Bera White, Galo Art Gallery, Torino
2009
L’io scuoiato, ovvero un amore meno che umano, Fragile Continuo Gallery, Bologna
2008
Trick me twice, doppia personale con Highraff, Avantgarden gallery, Milano
O resto da comida do rei, Collettivo Galleria San Paolo del Brasile
2501 | GROUP SHOWS
2010
Group Show, Beaurepaire Space, Parigi
Solidarnosh Shippyard, Special painting project, città di Gdansk, Polonia
Infart 2010 – Hello Nasty Edition. Bassano del Grappa (VI)
Street art dooping – Painting in the city, Varsavia, Polonia
European Festival of Monumental Art Gdansk european capital of culture 2016, Gdansk, Polonia
Editions, The Don Gallery, Milano. Con Bo130, Microbo, Tlp, Alexone, San, Above, Dave The Chimp, Galo, Zedz, Jeremy fish, Dem, 2501, Ozmo, Ryan S. Dooley and Ron English.
2009
Urbanpainting xmas show, Spazio Concept, Milano
Jurodivyj, Oioioi Gallery, San Pietroburgo, Russia
Freeshout, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (FI)
Urban affair, Berlino, Germania
Sopra il sotto. Metroweb con il patrocinio del Comune di Milano, Super Studio Più, Milano
Street without walls, Palazzo della Misericordia, Piazza Duomo, Firenze.
In-out, Fondazione Bandera per l’arte, Busto Arsizio Milano. Con Ozmo e Zibe
Muralismo Morte, Motorhalle, Dresda Germania
2008
TEC, MYMO Gallery, Berlino
2006
160insurgentspace, A cura di Stefano Romano. Tirana Albania, “Grazie a dio tutto bene” video installazione girata nei territori occupati della Palestina
Art of Italian design, Atene, Grecia, esposizione dei maggiori designer italiani dagli anni ’70 ad oggi e una selezione di artisti emergenti
Re mida, Galleria Cernaia x Fuorisalone del Mobile, Milano.
Con Matteo Guarnaccia,Prof Bad Trip e studio llloolll
2005
Now underground, Stazione centrale, Milano
100 artisti per un museo, Studio llloolll installazione per il Museo di Casoria, Napoli
Urban Edge show, Curato da Abner Preis, Bo130, Microbo, Spazio P4, Milano
Con 2501, Bo 130, Microbo,Obey, London Police, Barn Stormer,Miss Van, Swoon, Nano, Luze, AlexOne, Mr Jago, Sasu e Kami, Doze Green, Sharp,Ozmo & Abbominevole, Blu.
2004
Arte impropria, Galleria Meravigli, Milano.
Biennale Adriatica di arti nuove, Installazione video “Polimeri flessibili”, San Benedetto del Tronto.
2501 | WALLPAINTING
Italy | Berlin | Dresden | London | Warsaw | Gdansk | San Pietroburgo | Amsterdam | El Kebir | New York | San Francisco | Denver | Los Angeles | Bangkok | Katmandu | Rio de Janeiro | San Paolo del Brasile | Buenos Aires
2501 | AWARDS
Artaq 2010, Paris Francia – Vincitore del premio speciale della giuria– Sezione Scultura.
Metropolis Art Prize 2009, New York, USA – Vincitore dello Street Art Award, proiezione del video Mask in Times Square a New York.
2501 | BOOKS & CATALOGUES
Graffiti world 3 – Street art from five continents, Nicholas Ganz, Tristan Manco, Thames and Hudson, London 2010
Muralismo Morte -The Rebirth of Muralismo in Contemporary Urban Art, Jens Besser, Fromheretofame Editions Berlino 2010
Rojo Magazin, Sintonison, Barcellona 2008
I graffiti del Leoncavallo, Vttorio sgarbi, Alessandro Riva, Davide Atomo Tinelli, Skira, Ginevra Milano 2007
Art of Rebellion 2, Christian Hundertmark aka c100, Publikat berlino 2006
Itzastikup, Bo130, Microbo, The Don, Drago arts and comunication, Roma 2005
Street Logos, Tristan Manco, Thames and Hudson, Londra 2004
Dunk window, Nike project, Milano 2003
2501 | BRAND PROJECTS
Nike
Volkswagen
Fiat
X-Box
Smirnoff Ice
Sony Play Station
Puma