Vacanze intelligenti dal 1995
Le Vacances de l’Esprit sono nate nel ’95 con lo scopo di offrire a chiunque la preziosa opportunità di trasformare momenti di vacanza in un’occasione di crescita: conoscere un vero Maestro della cultura, condividere con lui le lezioni e il tempo libero. In questi anni docenti di grande livello, tra i quali, per citare solo alcuni, Emanuele Severino, Piergiorgio Odifreddi, Gianni Vattimo, Douglas Hofstadter, Umberto Galimberti, Franco Volpi, Margherita Hack, hanno condotto seminari su temi che spaziano dalla matematica, alla filosofia, alla musica, all’astronomia, all’etologia, alla fisica, alla semiotica, riunendo, in una splendida cornice ambientale, tante persone diverse per età, professione, provenienza geografica, ma accomunate dal desiderio di sperimentare una vacanza veramente "alternativa", in cui accostarsi, sotto la guida dei grandi protagonisti della cultura e in un clima vivace e stimolante, ad argomenti tradizionalmente riservati agli specialisti.
Come si svolgono le giornate
Ogni corso si articola in linea di massima in due lezioni al giorno, una alla mattina e una al pomeriggio, avendo cura comunque di prevedere del tempo libero a disposizione per passeggiate, attività all’aperto e gite nei luoghi di interesse culturale, artistico e turistico della zona. È possibile frequentare i docenti anche fuori dall’ambito delle lezioni, grazie al clima amicale che viene a crearsi. Le Vacances sono rivolte a tutti coloro che desiderano frequentarle, senza limiti di età e di competenze.
I luoghi: la cultura nell’incanto della natura
Dal 1995 ad oggi le Vacances de l’Esprit si sono svolte in luoghi di rara bellezza come il dolomitico lago di Braies, la storica Abbazia di Vallombrosa, l’amena Valle di Anterselva, l’antica Norcia nel verde dell’Umbria, la panoramica Soprabolzano sull’Altopiano del Renon, il parco naturale marittimo di Rimigliano, le colline Senesi, il Lago di Garda e, da quest’anno l’altopiano altoatesino dell’Alpe di Siusi. La scelta del luogo è sempre determinata, oltre che dalle caratteristiche delle strutture ricettive della zona, dalla bellezza del paesaggio naturale e dalla posizione geografica che consente in poco tempo di raggiungere altri luoghi e città di interesse nel territorio. Altre caratteristiche imprescindibili sono la quiete e le dimensioni ridotte del paese per favorire le relazioni tra i partecipanti, che in poco tempo familiarizzano instaurando rapporti che spesso proseguono nel tempo. Infine, non sono trascurati il clima, i servizi offerti e la ricchezza e raffinatezza della cucina locale, peculiarità molto apprezzate da coloro che, oltre alla mente, amano nutrire piacevolmente anche il corpo.
Emanuele Severino
La memoria e il nulla. Anche a proposito di Leopardi
29-30 maggio 2010
San Vincenzo (LI)
Il Filosofo Emanuele Severino ci delizierà con quattro lezioni magistrali, durante le quali emergerà il genio filosofico di Leopardi, nello splendore naturalistico della Riserva Naturale di Rimigliano, sul mare della Toscana. “Che Leopardi fosse un genio e che la sua opera avesse una rilevanza filosofica, apparì subito chiaro a Nietzsche, a Schopenhauer, a Wagner, e, per quanto riguarda la cultura italiana, a De Sanctis. Nonostante che negli ultimi tempi il pensiero filosofico di Leopardi sia andato incontro ad una consistente rivalutazione, rimaniamo tuttavia ancora ben lontani dal comprendere la sua eccezionale potenza e radicalità. Personalmente, sostengo che si tratti del maggior pensatore della filosofia contemporanea. Leopardi ha infatti posto anticipatamente le basi di quella distruzione della tradizione occidentale che sarà poi continuata e sviluppata – ma non resa più radicale – dai grandi pensatori del nostro tempo, da Nietzsche, da Wittgenstein e da Heidegger.”
Biografia
Emanuele Severino si laurea all’Università di Pavia nel 1950, come alunno dell’Almo Collegio Borromeo, discutendo una tesi su Heidegger e la metafisica sotto la supervisione di Gustavo Bontadini. L’anno successivo ottiene la libera docenza in filosofia teoretica. Dal 1954 al 1970 insegna filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I libri pubblicati in quegli anni entrano in forte conflitto con la dottrina ufficiale della Chiesa, suscitando vivaci discussioni all’interno dell’Università Cattolica e nella Congregazione per la dottrina della fede (l’ex Sant’Uffizio). Dopo un lungo e accurato esame la Chiesa proclama ufficialmente nel 1970 l’insanabile opposizione tra il pensiero di Severino e il Cristianesimo. Il filosofo, lasciata l’Università Cattolica, viene chiamato all’Università Ca’ Foscari di Venezia dove è tra i fondatori della Facoltà di Lettere e Filosofia, nella quale hanno insegnato e insegnano alcuni dei suoi allievi (Umberto Galimberti, Carmelo Vigna, Luigi Ruggiu, Mario Ruggenini, Gian Ruggero Manzoni, Italo Valent, Vero Tarca, Luigi Lentini, Giorgio Brianese, ecc.). Dal 1970 al 2001 è stato professore ordinario di filosofia teoretica, ha diretto l’Istituto di filosofia (diventato poi Dipartimento di filosofia e teoria delle scienze) fino al 1989 e ha insegnato anche Logica, Storia della filosofia moderna e contemporanea e Sociologia. È stato docente alle Vacances de l’Esprit nel 1996, nel 2001 e nel 2008 Nel 2005 l’Università Ca’ Foscari di Venezia lo ha proclamato Professore emerito. Attualmente insegna presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. È accademico dei Lincei e Cavaliere di Gran Croce. Da alcuni decenni collabora con il Corriere della sera.
Gianni Vattimo
Nietzsche e Heidegger: interpretazione e verità
10 – 17 luglio 2010
Altopiano del Renon, Soprabolzano (BZ)
Le convinzioni sono per la verità nemiche più pericolose delle menzogne
Friedrich Nietzsche
Addio alla verità: così potremmo esprimere, in maniera più o meno paradossale, la situazione della nostra cultura attuale, sia nei suoi aspetti teorici e filosofici, sia nell’esperienza comune. Proprio riferendosi a quest’ultima, è sempre più evidente a tutti che i “media mentono”, che tutto diventa un gioco di interpretazioni non disinteressate e non necessariamente false, ma appunto orientate secondo progetti, aspettative e scelte di valore diverse.
Questa tolleranza, presente e accettata da sempre nella pratica politica, oggi si accompagna alla fine dell’idea stessa di verità nella filosofia. Tale tramonto dell’idea di verità oggettiva nella filosofia e nella epistemologia non sembra essere ancora entrato nella mentalità comune, la quale è ancora legata all’idea del vero come descrizione obiettiva dei fatti. Capita forse un po’ come con l’eliocentrismo: tutti diciamo ancora che il sole “tramonta” anche se è la terra che si muove. O, meglio: come diceva Nietzsche, Dio è morto, ma la notizia non è anora arrivata a tutti. E, con Heidegger: la metafisica è finita, ma non la si può superare…
Prendendo radicalmente le distanze da tutte le pretese di fondare la politica su un sapere scientifico, Gianni Vattimo sostiene che il solo orizzonte di verità che oggi la politica e la filosofia hanno il compito di cogliere, esplicitare e costruire, consiste nelle condizioni epistemologiche del dialogo sociale e interculturale. Il tema della verità è dunque ricondotto a una questione di condivisione sociale e gli intellettuali sono chiamati a pensare forme di vita più comprensibili, approvate e partecipate.
L’addio alla verità è dunque l’inizio, e la base stessa, della democrazia. Prendere atto che il consenso sulle singole scelte è anzitutto un problema di interpretazione collettiva, di costruzione di paradigmi condivisi o almeno esplicitamente riconosciuti, è la sfida della verità nel mondo del pluralismo postmoderno. Perchè la verità non si “incontra”, ma si costruisce con l’accordo e il rispetto della libertà di ciascuno e delle diverse comunità che convivono, senza confondersi, in una società libera.
Gianni Vattimo, attraverso il pensiero dei due cardini della filosofia recente, Nietzsche e Heidegger, guiderà una riflessione sul “tramonto della verità” nella cultura contemporanea.
Biografia
Gianni Vattimo è nato nel 1936, a Torino, dove ha studiato e si è laureato in Filosofia; ha poi seguito due anni i corsi di H. G. Gadamer e K. Loewith all’università di Heidelberg, e ha studiato con Hans-Georg Gadamer e Luigi Pareyson. Dal 1964 insegna all’Università di Torino, nella quale è stato Preside, negli anni ’70, della Facoltà di Lettere e Filosofia. È stato “visiting professor” in alcune università americane (Yale, Los Angeles, New York University, State University of New York) e ha tenuto seminari e conferenze in varie università di tutto il mondo. Negli anni Cinquanta, insieme a Furio Colombo e Umberto Eco, ha lavorato ai programmi culturali della Rai-Tv, conducendo tra l’altro il programma settimanale politico-informativo “Orizzonte”. È membro dei comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere; è socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Ha diretto la “Rivista di Estetica”. Ha ricevuto lauree honoris causa da numerose università del mondo. È Grande ufficiale al merito della Repubblica italiana (1997). Attualmente è vicepresidente dell’Academía da Latinidade. È (ed è già stato, tra il 1999 e il 2004) deputato al Parlamento europeo. Nel 2006, Vattimo ha raccontato la sua vita a Piergiorgio Paterlini, autore dell’autobiografia "a quattro mani", pubblicata da Aliberti (Non Essere Dio).
Opere Principali
* Il concetto di fare in Aristotele, Giappichelli, Torino, 1961
* Essere, storia e linguaggio in Heidegger, Filosofia, Torino, 1963
* Ipotesi su Nietzsche, Giappichelli, Torino, 1967
* Poesia e ontologia, Mursia, Milano 1968
* Schleiermacher, filosofo dell’interpretazione, Mursia, Milano, 1968
* Introduzione ad Heidegger, Laterza, Roma-Bari, 1971
* Il soggetto e la maschera, Bompiani, Milano, 1974
* Le avventure della differenza, Garzanti, Milano, 1980
* Al di là del soggetto, Feltrinelli, Milano, 1981
* Il pensiero debole, Feltrinelli, Milano, 1983 (a cura di G. Vattimo e P. A. Rovatti)
* La fine della modernità, Garzanti, Milano, 1985
* Introduzione a Nietzsche, Laterza, Roma-Bari, 1985
* La società trasparente, Garzanti, Milano, 1989
* Etica dell’interpretazione, Rosenberg & Sellier, Torino, 1989
* Filosofia al presente, Garzanti, Milano, 1990
* Oltre l’interpretazione, Laterza, Roma-Bari, 1994
* Credere di credere, Garzanti, Milano, 1996
* Vocazione e responsabilità del filosofo, Il Melangolo, Genova, 2000
* Dialogo con Nietzsche. Saggi 1961-2000, Garzanti, Milano, 2001
* Tecnica ed esistenza. Una mappa filosofica del Novecento, Bruno Mondadori, Milano, 2002
* Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso, Garzanti, Milano, 2002
* Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica e diritto, a cura di S. Zabala, Garzanti, Milano, 2003
* Il socialismo ossia l’Europa, Trauben, 2004
* Il Futuro della Religione, con Richard Rorty. A cura di S. Zabala, Garzanti, Milano, 2005
* Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e relativismo, con René Girard. A cura di P. Antonello, Transeuropa Edizioni, Massa, 2006
* Non essere Dio. Un’autobiografia a quattro mani, con Piergiorgio Paterlini, Aliberti editore, Reggio Emilia, 2006
* Ecce comu. Come si ri-diventa ciò che si era, Fazi, Roma, 2007
* Addio alla Verità, Meltemi, 2009
Ha pubblicato presso Laterza un annuario filosofico a carattere monografico (Filosofia ’86-’95).
Michel Bitbol
La fisica quantistica: una svolta per la filosofia della conoscenza
17 – 24 luglio 2010
Altopiano del Renon, Soprabolzano (BZ)
Penso di poter dire senza sbagliarmi che nessuno comprende la meccanica quantistica.
Richard Feynman
E’ normale sentir dire che la meccanica quantistica è «incomprensibile» o che essa è la più oscura delle teorie fisiche. Non c’è da meravigliarsi di questo, poiché lo stesso Richard Feynman, uno dei più brillanti fisici del ventesimo secolo, dichiarò: «Penso di poter dire senza sbagliarmi che nessuno comprende la meccanica quantistica». Ma qual è la ragione di questa diffusa reticenza? Il formalismo matematico e le regole di utilizzazione della meccanica quantistica non sono forse facili da padroneggiare da parte di qualsiasi buono studente del secondo anno d’università? Se il disagio persiste è perché c’è dell’altro : la meccanica quantistica non assomiglia né alle nostre idee preconcette di ciò che è una teoria fisica né alla nostra nozione di ciò che significa «conoscere». In compagnia di uno dei più illustri studiosi di filosofia della fisica d’Europa, Michel Bitbol, i partecipanti scopriranno l’attualità dei temi trattati attraverso una prospettiva storica e filosofica. Saranno messe in rapporto non solo al dibattito tradizionale di filosofia delle scienze tra realismo e anti-realismo, ma a un dibattito più profondo tra filosofie naturaliste e filosofie trascendentali (neo-kantismo e fenomenologia). Il docente parla correntemente la lingua italiana.
Temi delle giornate
1. Introduzione. E’ comprensibile la Meccanica Quantistica? Due opzioni: cercare di salvare qualcosa delle rappresentazioni classiche o cambiare teoria della conoscenza.
2. Storia I: La quantizzazione (Planck 1899, Einstein 1905, Bohr 1913-1920). La « lex continui in natura » vale ancora (Kant)?
3. Storia II: La dualità onda-corpuscolo (Einstein 1909-1911, De Broglie 1923, Schrödinger 1925-1926) : Di cosa è fatto il mondo?
4. Storia III: Indeterminismo e teoria quantistica (Born 1926, Heisenberg 1927) : Il principio di causalità è caduco ? Cassirer, Meyerson, Schlick, Hermann etc.
5. Storia IV: Una rivoluzione epistemologica (Heisenberg 1925, la « riduzione alle osservabili » ; Bohr 1926, la complementarità ; Destouches 1939, La contestualità)
6. Esposizione sintetica del formalismo e dei principi della meccanica quantistica : predire senza descrivere.
7. Il problema della misura I: Sovrapposizione e riduzione di stato, gatti di Schrödinger e amici di Wigner. Perché Bohr non ha mai creduto che in questo non ci fosse un « problema»?
8. Problema della misura II: Proposte di soluzione al problema della misura (Everett, GRW, coscienza, decoerenza, interpretazione relazionale, etc.)
9. Le relazioni di incertezza (di imprecisione, di indeterminazione ?) di Heisenberg: loro origine nella contestualità.
10.Einstein, Podolsky, Rosen e la supposta incompletezza della meccanica quantistica. Incompletezza da quale punto di vista? Ontologica o epistemologica ? Si ha bisogno delle variabili nascoste?
11. La questione della non-località: Il teorema di Bell e successori. Olismo o « ritorno alle cose stesse»?
12. Decostruzione e ricostruzione dell’ontologia: Indiscernibilità e non- individualità delle particelle. La debolezza della categoria di sostanza.
Approfondimento
Ameremmo credere che le leggi della meccanica quantistica descrivono i movimenti e le proprietà degli oggetti atomici e subatomici. Ma nulla nella loro struttura s’accorda con una tale credenza. Tutto ciò che permettono le leggi della meccanica quantistica è di prevedere con una certa probabilità una serie discontinua di valori di variabili dinamiche, a condizione che siano utilizzati apparati appropriati. Qui la previsione dei risultati sperimentali non deriva da una buona descrizione degli oggetti; li rimpiazza.Il carattere ‘scandaloso‘ della meccanica quantistica deriva senza dubbio da questo. La fisica classica aveva abituato gli scienziati a pensare che la teoria opera come un’apertura verso lo spettacolo della natura : che essa offre un mezzo di passaggio verso altrove. Invece che questo la fisica quantistica ci offre un mezzo di orientamento in ciò che semplicemente c’è : il fenomeno alla portata di esperimento. Se è così, suggeriva Bohr fin dal 1922, perchè la teoria quantistica ci diventi comprensibile dovremmo arrivare al punto di stravolgere la nostra comprensione di ciò che significa il verbo « comprendere »; dovremmo ripensare il senso della fisica e della conoscenza. Dovremmo accettare che invece di offrire una rappresentazione della natura, la fisica sia una guida per i nostri possibili rapporti con la natura : che essa sia più simile a un corpo di prescrizioni formulato dall’interno del mondo che a qualche modello di mondo che noi vedremmo come dall’esterno. Invece che essere una scienza per degli osservatori distaccati dal mondo, la fisica si rivelerebbe così essere una scienza per degli attori coinvolti col mondo. Queste concezioni di due dei principali fondatori della meccanica quantistica sono state un po’ obliate nel corso della seconda meta del ventesimo secolo, ma esse hanno ritrovato tutta la loro attualità attraverso gli sviluppi recenti delle scienze cognitive, della teoria dell’informazione quantistica, della teoria quantistica della misura e della critica del concetto di oggetto individuale nel dominio microscopico. Il loro rinascimento sarà reso in prospettiva storica e filosofica. Saranno messe in rapporto non solo al dibattito tradizionale di filosofia delle scienze tra realismo e anti-realismo, ma a un dibattito più profondo tra filosofie naturaliste e filosofie trascendentali (neo-kantismo e fenomenologia).
Biografia
Michel Bitbol è attualmente Direttore di ricerca al Centro Nazionale della Ricerca Scientifica a Parigi, Francia. Lavora al Centro di Ricerca in Epistemiologia Applicata (CREA-Politecnico), a Parigi. Insegna Filosofia della Fisica Moderna per la scuola di dottorato all’università della Sorbona di Parigi. Ha studiato in varie università parigine, dove ha conseguito la laurea nel 1980, il dottorato di ricerca nel 1985 e l’abilitazione all’insegnamento della Filosofia nel 1997. Ha lavorato come scienziato ricercatore dal 1978 al 1990, specializzandosi prima in idrodinamica del flusso sanguigno nelle arterie e, poi, nella microstruttura delle membrane dei globuli rossi con tecniche EPR e NMR. Da 1990 è passato alla filosofia della fisica. Ha atteso alla pubblicazione di testi di filosofia generale di meccanica quantistica di Erwin Schrödinger e ha pubblicato il libro Schrödinger’s Philosophy of Quantum Mechanics (Kluwer, 1996). Ha anche pubblicato due libri in francese sulla meccanica quantistica e sul realismo in scienza, rispettivamente nel 1996 e nel 1998. Più recentemente si è focalizzato sulla relazione tra filosofia della meccanica quantistica e filosofia della mente. Ha pubblicato un libro in francese sull’argomento e ha lavorato a stretto contatto con Francisco Varela. Nel 1997 ha ricevuto un premio da parte dell’Accademia delle scienze morali e politiche per il suo studio sulla meccanica quantistica. Attualmente sta studiando Sanscrito per comprendere più profondamente i testi basilari di Nagarjuna e Candrakirti, per un nuovo progetto filosofico sul concetto di relazione in fisica e nella teoria della conoscenza.
Il luoghi
San Vincenzo (LI)
La struttura che ci ospita è immersa in un’oasi di verde della macchia mediterranea tra i pini ed i lecci, i prati ed i giardini fioriti fino alla spiaggia di sabbia finissima ed al mare azzurro. I dintorni offrono paesaggi immersi nella rigogliosa vegetazione, l’incantevole atmosfera dell’isola d’Elba, il fascino e la bellezza del medioevo toscano, il Parco Forestale di Poggi Neri ed il Parco Archeominerario di San Silvestro.
Altopiano del Renon, Soprabolzano (BZ)
L’Altopiano del Renon, giardino dell’Alto Adige, accoglierà la 16a edizione delle Vacances de l’Esprit nel luglio 2009. La bellezza del paesaggio naturale e la posizione strategica che consente in poco tempo di visitare alcuni tra i luoghi più belli delle Dolomiti, hanno determinato questa scelta, oltre il silenzio del luogo, il clima mite e la ricchissima e raffinata cucina locale. Le più belle montagne d’Italia, laghi, boschi e innumerevoli sentieri fanno da cornice alle lezioni e al tempo libero dei partecipanti. Il Renon è una meravigliosa zona di media montagna con oltre 400 km di sentieri che per la loro dolcezza sono adatti a tutta la famiglia; domina il Corno del Renon (2260 metri s.l.m.), famoso per la bellissima veduta panoramica sulle cime Dolomitiche del Latemar. Gli incontri si tengono a Soprabolzano (vedi foto a destra) nella locale Casa della Cultura.